Le avventure di Peter Pan by James Matthew Barrie

Le avventure di Peter Pan by James Matthew Barrie

autore:James Matthew Barrie [Barrie, James Matthew]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton
pubblicato: 2010-12-21T23:00:00+00:00


Capitolo cinque. L’isola diventa realtà

Non appena aveva sentito che Peter era sulla via del ritorno, l’Isolachenoncè si ridestò. Dovremmo usare il trapassato prossimo e dire che si “era ridestata”, ma si “ridestò” è meglio, e Peter preferisce così.

Di solito, quando Peter non c’è, la vita sull’isola scorre tranquilla. Le fate dormono un’ora in più al mattino, le belve accudiscono i propri cuccioli, i pellerossa mangiano a sazietà per sei giorni e sei notti, e quando i pirati e i Bimbi Sperduti incrociano le loro strade, si limitano a mordersi il pollice in segno di sfida. Ma con il ritorno di Peter, che odia l’inattività, tutti riprendono la loro frenetica routine. Se poggiaste l’orecchio al suolo in questo momento, riuscireste a sentire l’isola che freme di vita.

La sera del suo ritorno, ecco come si presentavano i personaggi più importanti dell’isola: i Bimbi Sperduti erano sulle tracce di Peter, i pirati erano sulle tracce dei Bimbi Sperduti, i pellerossa erano sulle tracce dei pirati e le belve erano sulle tracce dei pellerossa. Continuavano a girare in tondo per l’isola, ma non si incontravano mai perché andavano tutti alla stessa velocità.

Tutti erano assetati di sangue, e di solito i bambini non facevano eccezione, ma loro quella notte erano fuori solo per dare il bentornato al proprio capitano. Il numero dei bambini sull’isola non è costante, varia a seconda di quanti ne vengono uccisi. E quando sembra che il numero cresca troppo, cosa che è contro le regole, Peter interviene per ridurlo. All’epoca della nostra storia ce n’erano sei, contando i Gemelli come due. Immaginiamo ora di nasconderci dietro le canne da zucchero e osserviamoli sfilare uno davanti all’altro, ognuno con la mano sul pugnale.

Peter ha proibito loro di imitarlo nell’aspetto, anche nel più piccolo particolare, e così indossano le pelli degli orsi che hanno ucciso. Così impellicciati, sono talmente rotondi che se cadono si mettono a rotolare. Proprio per questo hanno imparato a camminare poggiando bene i piedi a terra.

In testa c’è Trombetta, non certo il meno coraggioso, ma di sicuro il più sfortunato di tutto il valoroso gruppo. Trombetta ha partecipato a un numero minore di avventure rispetto ai compagni, perché i più grandi eventi accadevano sempre quando lui, per qualche motivo, aveva girato l’angolo. Quando tutto sembrava tranquillo, Trombetta coglieva l’occasione per andare a raccogliere legnetti per il fuoco, e quando ritornava, i suoi compagni avevano appena finito di battersi e si stavano ripulendo dal sangue. Questa cattiva sorte aveva soffuso il suo aspetto di una leggera malinconia, ma invece di guastare la sua natura l’aveva addolcita, e così ora era il più umile dei ragazzi. Povero caro Trombetta, questa notte aleggia aria di pericolo sul tuo capo. Tra un po’ ti verrà proposto di vivere un’avventura che, se non la rifiuterai, ti getterà nella più cupa disperazione. Attento, Trombetta. Campanellino questa notte è in vena di dispetti, sta cercando un burattino e crede che tu sia il più manipolabile del gruppo. Guardati da Campanellino, Trombetta!

Lo farebbe, se solo potesse sentirci, ma noi non siamo realmente sull’isola, e così passa oltre mordendosi le nocche.



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